L’armonia dello stare insieme inizia dal riconoscere e rispettare i confini personali propri e degli altri, per dare significato ad una sicurezza personale. Tutto ciò che avviene stando fuori da questi confini, porta a sopraffare la volontà altrui e a subirne l’iniziativa.
Un Bambino ha l’ovvio diritto di scegliere dove stare, dove andare, con chi stare e per quale motivo di sano Bene restarci. Riconoscere chi è uscito dai limiti corretti non è un concetto filosofico, è una possibilità da far accadere.
Il rispetto dei limiti permette una cultura di esperienze creative e costruttive, fa sperimentare modalità di autocontrollo ed è alla base di una reciprocità mai invasiva. Può sembrare semplice invece è difficilissimo, se vissuto ed applicato quotidianamente perché la capacità di sentirsi degni di Amore per il semplice fatto di vivere non ci è stata tramandata per cultura e per generatività.
Spesso nasciamo in famiglie che non hanno questa eredità di valore e che non sanno conquistarla. Di conseguenza, il piccolo che sta crescendo si trova a percepire un disvalore sentimentale e non ne comprende i motivi.
Tra Adulto e Bambino resta asimmetria di potere personale e di valore sentimentale. Da entrambe le realtà derivano alcuni dei tanti abusi di potere sui minori.
Esistono ipotesi di intervento, molte sono programmazioni di cura in atto; tuttavia, qualcosa che non sia una programmazione od un progetto capace di trasformare la base sociale e culturale, non c’è. Manca la possibilità di confrontarsi in gruppi aperti a riflessioni e trasformazioni civiche concrete, senza bisogno di entrare nel terreno della psicoterapia o dei contesti forensi. Manca l’apertura di parlare di questo come di altre reali, struggenti problematiche dell’umanità.
I motivi sono contenuti nelle radici stesse della piaga sociale. Sappiamo che un minore violato produce per l’adulto un tipo di potere, che dalle mura domestiche e si espande a livelli enormi.
Troppo spesso, la cultura è concentrata politicamente e socialmente su cosa mangiano, dove dormono, quanto studiano, cosa vogliono e non su come stanno, quali sogni hanno, cosa pensano degli adulti che li circondano e chi diventeranno.
Secondo Goleman, quando sappiamo che qualcosa è giusto con il cuore, la nostra convinzione è di un ordine diverso - in qualche modo, è una certezza più profonda - di quando pensiamo la stessa cosa con la mente razionale. Il loro rapporto nell’organizzazione mentale prevede le funzioni del sentimento che accomuna la vita dell’adulto e quella del bambino.
Il silenzio e la negazione legittimano molte forme di violenza e si può dedurre che il potere sociale degli adulti abbia ostacolato, inibito e rallentato la conoscenza e l’accettazione della realtà dell’abuso.
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